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Con il D.P.C.M. del 20 febbraio 2015, n. 29 ,recante le norme attuative delle disposizioni in materia di liquidazione del T.F.R., si era previsto dal 1 marzo la possibilità per i dipendenti del settore privato, con almeno 6 mesi di anzianità, di poter chiedere al datore di lavoro il proprio Tfr sotto forma di Qu.I.R. (vedi nostro articolo sul T.F.R. in busta paga da marzo 2015).In realtà si dovranno attendere i primi giorni di aprile, poiché  mancano in tal modo le istruzioni operative da parte del governo. Successivamente bisognerà aspettare comunicazioni dall’Inps e dal ministero del Lavoro. 

Forse questo non è un male, vista la possibilità di poter raccogliere maggiori informazioni al riguardo e poter così riflettere sulla destinazione da attribuire al proprio Tfr.  Difatti, è necessario effettuare una scelta oculata poiché la stessa sarà immutabile fino al 30 giugno 2018.

Vediamo, pertanto, le possibili destinazioni del proprio Tfr:

1) in busta paga; 2) mantenuto in azienda; 3) versato in un fondo pensione

Inoltre, bisogna far attenzione a due aspetti:

1) la tassazione sul tfr mantenuto in azienda o versato nel fondo pensione è molto più agevolata rispetto alla tassazione del Tfr in busta paga;

2) il Tfr in busta paga non dà rendimento, mentre il mantenimento in azienda o in un fondo pensioni fa sì che il Tfr si rivaluti anno per anno, cumulando rendimento su rendimento.

Ora, prendendo in considerazione un reddito di 25 mila euro, con aliquota fiscale di riferimento pari al 27%, si può vedere quanto segue.

 

tfr-busta-paga

Se consideriamo un lavoratore di 25 anni con un reddito di 25 mila euro annui, il Tfr in busta paga è di 3.778 euro, in azienda è di 9.453 euro, nel fondo pensione è di 14.586 euro.

Per un lavoratore di 55 anni, più vicino alla pensione, in busta paga si resta a 3.778 euro, in azienda il Tfr è di 4.822 euro, nel fondo pensione   è di 5.823 euro.

La conseguenza è che più sono gli anni che mancano al pensionamento, maggiori sono i rendimenti. Quindi, soprattutto se si è giovani, scegliere di mettere il Tfr in busta paga è penalizzante. In più, c’è l’impatto fiscale, la mancata rivalutazione della cifra mensile che non viene più versata per il Tfr e la perdita della possibilità di prestazioni sociali e detrazioni.

Ma nonostante tutto scegliere di mettere il Tfr in busta paga non conviene, qualsiasi età si consideri, a meno che non si abbia bisogno immediato di liquidità.


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